Sogno d’estate a Castel d’Argine Vecchio v.0.2.b (concept)
Concept generale
Uno spettacolo immersivo itinerante ambientato a Sogno d’estate a Castel d’Argine Vecchio di San Lavinio al Luco, dove il pubblico viene guidato attraverso le stanze affrescate, assistendo a scene della commedia shakespeariana intrecciate al tema dell’eterna ripetizione. Il percorso si conclude sull’argine del fiume Lamone, l’antico Flumen Ammonis, dedicato al dio Ammone, dove avviene la rivelazione finale e la liberazione dal ciclo del sogno. Lo spettacolo ha inizio al crepuscolo e l’uscita avviene a notte inoltrata, amplificando il senso di immersione nell’illusione onirica.
Struttura dello spettacolo
I. Accoglienza e ingresso nel sogno
Luogo: Atrio d’ingresso del palazzo
- Finto ricevimento: Il pubblico viene accolto in un ambiente conviviale, dove alcuni attori in borghese si mescolano tra gli spettatori. Lentamente, gli attori si allontanano senza farsi notare, lasciando il pubblico in una condizione di leggero spaesamento.
- Il succo di viola: Una bottiglia con un’etichetta antica reca la scritta “Succo di Viola”. Un attore mascherato da cameriere lo offre con fare misterioso agli spettatori, bisbigliando loro di stare attenti. Chi lo assaggia viene avvertito che potrebbe alterare i loro sentimenti e la loro percezione della realtà.
- Ingresso nel sogno: A interrompere il ricevimento sono Teseo, il Principe di San Lavinio al Luco e Ippolita, che iniziano a discutere, finché Ippolita fugge e Teseo, il Principe di San Lavinio al Luco la insegue. Puck emerge e, con un tono divertito e beffardo, invita il pubblico a seguirlo, introducendo così il viaggio nel sogno.
- Oggetto simbolico: Ogni spettatore riceve una candela LED spenta, simbolo del passaggio nel sogno. Puck invita il pubblico ad accenderla, poiché le stanze del palazzo sono immerse in una penombra irreale.
II. Il percorso nelle stanze e la ripetizione onirica
L’itinerario si snoda attraverso dodici stanze, in cui le scene si ripetono con variazioni per creare un senso di spaesamento e ciclicità.
Prima stanza: Il mondo delle fate (introduzione)
- Oberon e Titania litigano per il paggio. Oberon ordina a Puck di procurarsi il fiore magico.
- Il pubblico viene attirato dalla stanza successiva, dove si sentono suoni confusi.
Seconda stanza: Il caos musicale degli artigiani
- Gli artigiani tentano di provare la musica per la festa, producendo suoni dissonanti.
- Puck trasforma Bottom in un asino.
- Nella stanza successiva si sentono i sussurri di Oberon che sussurra incantesimi su Titania.
Terza stanza: L’incantesimo su Titania
- Titania dorme, Oberon le versa il succo sugli occhi.
- Titania si sveglia e si innamora di Bottom.
- Gli amanti iniziano a cercarsi nella stanza successiva.
Quarta stanza: La confusione degli amanti (prima iterazione)
- Gli amanti si inseguono e litigano.
- Puck si diverte a confonderli.
- Il pubblico viene richiamato dalla stanza successiva, dove la storia sembra ripetersi.
Quinta stanza: Il mondo delle fate (seconda iterazione, alterata)
- Oberon e Titania ripetono la loro disputa, ma questa volta i dialoghi sono leggermente diversi.
- Il pubblico inizia a percepire il ciclo.
- Nuovamente i suoni degli artigiani attirano il pubblico oltre.
Sesta stanza: Il caos musicale degli artigiani (variazione)
- Gli artigiani eseguono suoni differenti, più distorti.
- Bottom con la testa d’asino interagisce con il pubblico.
- I sussurri di Oberon guidano oltre.
Settima stanza: L’incantesimo su Titania (ripetizione deformata)
- Titania si sveglia e si innamora nuovamente di Bottom, ma con leggere differenze nella scena.
- L’illusione di déjà-vu è sempre più forte.
- Le voci degli amanti si ripetono nella stanza successiva.
Ottava stanza: La confusione degli amanti (seconda iterazione, alterata)
- Gli amanti si inseguono di nuovo, ma i loro dialoghi iniziano a confondersi.
- Il pubblico si accorge che le frasi sono le stesse di prima, ma con parole invertite o toni differenti.
Nona stanza: Il mondo delle fate (ultima iterazione, stravolta)
- Titania e Oberon ora sembrano consapevoli della ripetizione.
- Oberon accenna al fatto che il sogno sta per finire.
- Puck ride e guida il pubblico oltre.
Decima stanza: La dissoluzione del sogno (prima parte)
- Puck si diverte a ingannare gli amanti, imitando le loro voci e creando ulteriore confusione.
- Gli amanti, confusi e spaventati, fuggono inseguendosi attraverso il palazzo.
Undicesima stanza: La dissoluzione del sogno (seconda parte)
- Titania si libera dall’incantesimo, ma sembra disorientata.
- Bottom riprende il suo aspetto umano.
- Il pubblico avverte la tensione dell’imminente risveglio.
- Teseo, il Principe di San Lavinio al Luco entra e invita il pubblico a seguirlo fuori.
- Il palazzo inizia a svuotarsi.
Dodicesima stanza: L’ultima eco del sogno
- Mentre il pubblico esce, una figura solitaria ripete un frammento di dialogo udito prima.
- Il pubblico percepisce che il sogno è vicino alla conclusione.
III. L’uscita nel bosco e la transizione all’argine del fiume
- Il pubblico segue Teseo, il Principe di San Lavinio al Luco, attraversando gli spazi esterni.
- Lungo il cammino, si imbattono negli amanti addormentati, che si svegliano gradualmente e si riconoscono nelle coppie giuste, ma con una leggera esitazione, come se ricordassero frammenti della ripetizione precedente.
- Il pubblico, come testimone del loro risveglio, è condotto naturalmente fino all’argine del fiume.
IV. Sull’argine del fiume – Festa e rivelazione finale
- Le nozze surreali: Teseo, il Principe di San Lavinio al Luco e gli amanti celebrano le nozze in un’atmosfera ancora irreale.
- La musica degli artigiani: Ora diventati un vero gruppo musicale, suonano e cantano. Cantono Puck e Oberon. Il pubblico viene coinvolto nelle danze.
Puck canta il monologo: “Ruggisce il leone affamato, ulula il lupo alla luna, russa pesante il contadino dalla fatica grave stremato…”.
Oberon e Puck cantano: “Ora danziamo fino al mattino…”.
- Ammone lo spirito del fiume, appare, svelando la sua presenza e chiudendo il cerchio narrativo. Si manifesta, divertito dallo scherzo, e risponde con tono giocoso: “Oh, Oberon, quanto mi diverte osservare i vostri sogni! I mortali credono di svegliarsi, ma chi può dire se il ciclo si è davvero interrotto?”
- Il suono di una campana lontana segna la conclusione dell’illusione.
Improvvisamente, tutte le luci del palazzo si accendono contemporaneamente, spezzando l’illusione del sogno. Anche l’argine del fiume viene illuminato a giorno, rivelando il paesaggio reale. Qualcuno tra gli attori fra il pubblico sussurra: “Ma è già mattina?”
Conclusione
Lo spettacolo termina a notte inoltrata, con il pubblico che si allontana nel buio, lasciando dietro di sé il palazzo e il sogno.


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