A Ravenna, la celebrazione del passato monumentale ha spesso oscurato la memoria delle trasformazioni più recenti, legate alla vita quotidiana e alla costruzione del paesaggio urbano. Eppure, anche le case più umili raccontano storie importanti: quelle di un territorio faticosamente conquistato all’acqua, di una comunità che ha saputo trasformare la bonifica in occasione di crescita. Le forme dell’abitare, i materiali, le tecniche costruttive diventano così una chiave per leggere l’identità collettiva, più efficace di tante retoriche celebrative. Le mappe urbanistiche e la distribuzione degli edifici mostrano le tracce di una lotta secolare per rendere la terra vivibile, segnata da canali, argini, strade e cooperative. È qui che affonda le radici la dignità del lavoro e della vita sociale di intere generazioni, in un equilibrio tra tradizione, innovazione e adattamento. Difendere queste tracce non è nostalgia: è riconoscere la bellezza concreta di ciò che ha dato forma alla nostra libertà.

Puoi leggere questo saggio completo nel volume: Le case dei coloni, Ravenna 2002.