Giuseppe Gerola, tra il 1910 e il 1919, operò come Soprintendente ai Monumenti della Romagna, distinguendosi per un approccio storico e scientifico alla tutela. A differenza dei suoi predecessori, affrontò il restauro come occasione di studio, trattando ogni intervento come una ricerca sul campo. Il cantiere divenne per lui uno strumento di indagine storica, dove ogni traccia muraria veniva letta come un documento. Sostenne con decisione l’importanza di conservare l’aspetto originario e la leggibilità dell’intervento, distinguendo con chiarezza tra antico e nuovo. Le sue posizioni anticipano alcune idee poi sviluppate da Giovannoni, soprattutto sul rapporto tra città storica e sviluppo moderno. La sua figura appare come quella di un precursore del sovrintendente moderno, capace di unire competenza tecnica e responsabilità civile.
Puoi leggere il saggio Il mestiere del sovrintendente, in «Studi trentini di scienze
storiche. Sezione seconda» (ISSN: 0392-0704), 72-73 (1993-1994), pp. 71-
88.


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